LA SEDUTA - Viterbo Trasgressiva

LA SEDUTA - Viterbo Trasgressiva

Di solito inizio dal collo. Le labbra si attardano sulla nuca, giocano coi lobi degli orecchi, esplorano le spalle. Poi scendono, lentamente. La lingua segue la linea della spina dorsale, fino in fondo, si sofferma sulle natiche. Quindi risale lungo il dorso, prima un fianco, poi l'altro. Quando sono stanco della schiena, comincio a leccare le gambe. Prima dietro, giù lungo i polpacci,fino ai calcagni, poi davanti dandole il tempo di voltarsi. Arrivato alle ginocchia, mi sposto all'interno delle cosce, che assaporo fino al limite del pube. Sfioro con la la bocca la peluria umida e attraente, mi limito a lambire il bordo delle labbra, ma subito le lascio. La farò aspettare per accrescere la smania. Risalgo lungo il busto, l'ombelico mi distrae per lunghissimi secondi. Poi il mio viso si insinua lungo il solco del seno ansimante, suggo la pelle fino alla base del collo. Finalmente scendo ai seni, volutamente trascurati. Li circondo, li assedio dolcemente. Dal basso verso l'alto, dalla base alla punta, risalgo il duplice piacevole pendio. Assaggio i capezzoli larghi e turgidi, li stuzzico con lenti movimenti circolari della lingua, li mordicchio con estrema delicatezza. Li ansima, mentre succhio.
"Temporeggio, procrastino il piacere, aumento il desiderio suo e mio, ma alla fine ridiscendo inevitabilmente tra le gambe divaricate, sudate, le ginocchia piegate. L'odore del suo umore mi inebria, mi confonde. Appena sono sopra il solco morbido e bagnato, inizio a stimolare il clitoride. Quando i gemiti si fanno insostenibili, e la sento che sta già godendo, immergo la lingua fino in fondo nella vulva tiepida e vogliosa. Ho già voglia di venirle dentro, ma mi trattengo...
" E' qui il sogno si interrompe, ogni volta. Cosa significa, secondo lei?

La dottoressa non risponde. Mi volto, sollevandomi sul gomito. Dietro di me, la donna distesa sulla poltroncina, la testa reclinata all'indietro, gli occhi socchiusi. La camicetta parzialmente sbottonata lascia intravedere il seno, che si alza e si abbassa affannosamente. Sembrerebbe stia dormendo, se la mano infilata nella gonna non si muovesse ritmicamente all'altezza dell'inguine.
- Venga - l'invito in un sussurro. - Forse ha più bisogno lei, di questo lettino.
Come destandosi, mi guarda. Si alza, si avvicina. Si lascia spogliare docilmente. Si abbandona prona, come l'ho sempre sognata. Mi spoglio, mi sdraio su di lei.
inizio dal collo. come al solito.

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